Cast:
Andrea Atzeni
Federico Bava
Aldo Nano
Anita Novaro
Paola Parini
Chiara Pautasso
Maurizio Pietromonaco
Unione di quattro pezzi sociali di H. Pinter, “Precisi” e “Il nuovo ordine del mondo” (rispettivamente un monologo e un dialogo da “Prove d’Autore”) e “Il bicchiere della Staffa” e il “Linguaggio della Montagna” (atti unici).
La comunicazione e l’uso del potere e la riflessione sul rispetto e la caratterizzazione degli esseri umani, sono elementi di analisi e motivo d’unione di questi quattro testi nel filo conduttore immaginato dai registi.
Aguzzini, funzionari di una qualsiasi polizia o di un qualsiasi regime di un qualsiasi tempo. La parola del potere è legge assoluta, non importa quanto sia giusta, etica, o persino sensata. “Posso fare tutto quello che voglio” – “Tutti sanno che Dio parla attraverso me”. l’esistenza degli asserviti al potere non è meno triste, incatenati alle prigioni quanto se non più degli stessi prigionieri. Il regime ha strappato via loro, insieme all’umanità, spesso anche l’intelletto. Li ha condannati a un’esistenza fatta di cinismo e a un’invidia senza fine per le anime dei prigionieri, che ogni tanto cercano d’intravedere attraverso i loro occhi.
Un riflessione sulla comunicazione ed il linguaggio. Negando il linguaggio, si nega la storia, si nega l’identità culturale, si nega il delicato complesso di emozioni, sentimenti e stati d’animo che sono essenza e motore di ogni relazione. Negando il linguaggio, si arriva a negare l’essere umano stesso, in qualsiasi possibile accezione.
E lavorando su questa messa in scena, alcune riflessioni l’hanno guidata:
E’ difficile sopportare il male immenso commesso dagli uomini. E difficile accettare che possa colpire una moltitudine di nostri simili, senza riguardo alla loro innocenza. E’ difficile comprendere esseri umani capaci delle azioni più nefande.
Tuttavia, comprendere può limitare la capacità di compiere il male?
In questa direzione, dall’ammirazione delle opere “sull’oppressione” di Harold Pinter, una riflessione: chi sono i carnefici nelle sue opere?
Attraverso il lavoro su Il Nuovo ordine del mondo, Il Bicchiere della Staffa, Precisi, Il Linguaggio della Montagna, e attraverso un non-giudizio a priori, abbiamo cercato delle risposte: Sono personificazioni inumane del male? Oppure siamo noi stessi, in uno dei possibili percorsi dell’esistenza?
Cedere alla tentazione di considerarli qualcosa di diverso e incomprensibile, uno stereotipo, non avrebbe aiutato noi come attori, forse non ci avrebbe aiutato come uomini, e probabilmente non avrebbe aiutato a trasmettere al pubblico il risultato del nostro lavoro. Cosi’, umilmente, proviamo a proporre entrambe le possibilita’, con l’idea di condividere con il pubblico una riflessione sull’oppressione.