Una storia da raccontare

Una storia da raccontare

Sbarcati a Civitavecchia ci siamo messi sulla strada, e dopo qualche incertezza, autobus o no per uscire dal centro… ecco che un angelo con scooterone e accento laziale si ferma accanto ai due cammelli sovraccarichi che avanzano ipotesi su dove sia meglio mettersi: “Che, vi serve n’informazione?”

E ci indirizza sull’Aurelia.  Da lì è una buffa sequenza di altri inviati del cielo sotto forma di:

un taxista filosofo che ci offre anche due birre e il consiglio di andare a Lourdes;

un ragazzo dagli occhi azzurrissimi che si sbraccia facendoci segno mentre stiamo camminando lungo l’Aurelia (che non è cosa troppo sana…);

un regista televisivo che ci porta fino a Piacenza e torna indietro (lui doveva andare a Bergamo) per “girarci dalla parte giusta”, verso Torino;

un autista serbo che ci offre vino e prugne e racconti di camion;

un simpatico signore che ci porterà all’una di notte fino in Largo Toscana, dalla parte opposta di Torino rispetto alla sua direzione, perchè a quell’ora non ci sono più mezzi e ha sentito la mia telefonata ad un amico addormentato non proprio entusiasta di venire a recuperarci a Moncalieri nel cuore della notte.

Che dire?cappello

Resta la voglia di continuare, di raccontare la storia di un viaggio all’insegna del sorriso e forse dell’incoscienza, della leggerezza e della voglia di incontrare anime vaganti sotto il cielo.

Resta un sorriso dentro e la sensazione di tanta aria nella testa, la voglia di portare in giro un lumino per leggere altre storie, e di raccontare la storia di noi cantastorie. 🙂

(Paola)

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