Strada del 25
25 Dicembre 2012, dalle 17.00 (più o meno) alle 20.00 (o poco prima).
Realizzo, per la prima volta, alcune cose di Piazza Vittorio, malgrado l’abbia percorsa per molti anni, e per molte volte l’anno.
E’ una piazza piuttosto scura, a parte l’illuminazione saltuaria di alcuni negozi, che appaiono solitari cavalieri contro le ombre a passeggio.
E’ una piazza piuttosto rumorosa. Le macchine girano e spariscono, spariscono sotto i portici, spariscono verso il castello, spariscono nel lungofiume.
E’ una piazza di passaggio (soprattutto a Natale). Anche le persone girano e spariscono.
Investighiamo la piazza per un pò, cercando il punto che possa ridurre la sua scarsa accoglienza. Alla fine, proviamo un paio di posti, vicino ad un tabaccaio e poi ad un negozio di complementi d’arredo e design, che almeno sono più illuminati.
L’esser crocevia fa si che abbiamo a disposizione solo poche parole con chi passa. Letture normali non sembrano sufficienti neppure ad attrarre l’attenzione, ed allora diventiamo caratteristi, usiamo voci di personaggi di favole che ricordano cartoni animati, anche perchè, come sempre, i bambini sono quelli più incuriositi, mentre i grandi fissano per maggior parte un punto davanti a se, all’orizzonte lontano ed avvolto nell’oscurità, o anche solo qualche metro più avanti, un indistinto punto mobile sul marciapiede. Mi scopro a domandarmi se siano persi in qualche riflessione dolorosa sulle feste o magari sulle proprie beghe personali, magari qualcosa di terribilmente truculento, come un’eredita contesa tra parenti o il menù della cena di Natale.
Attiriamo, di tanto in tanto, qualche sorriso, in allontanamento, non più lungo una mezza frase, accompagnato spesso da uno sguardo interrogativo.
Molto raramente, qualche bambino particolarmente sfrontato si ferma e vuole ascoltare una storia… magari intimando la mamma di non lasciare un’offerta, anche se la storia è stata apprezzata (ringraziamo i bambini sfrontati per la sincerità sulla bellezza della storia, e le mamme per la sensibilità nell’ignorare parte delle richieste :-P).
Maggior successo lo abbiamo offrendo del tè ai venditori di rose stranieri, che ne accettano felicemente… spargono la voce e a fine giornata tornano in quattro, ma abbiamo finito le scorte e purtroppo non possiamo più offrirne.
Mentre ci ritiriamo, cerco una lezione significativa dalla giornata. Ripenso alle altre iniziative che in parte ci hanno ispirato, come le 52 fiabe ed seminari di Marco Gobetti, e penso che la mancanza di esperienza mi rende ancora troppo curioso di ciò che succede intorno a me, mi fa distrarre, mentre dovrei diventare, semplicemente, un mezzo della storia che sto racontando, ed un fuoco che avviluppa le persone che mi guardano.