SULLA DIGNITA’

SULLA DIGNITA’

Abbiamo appena finito la scena di “Gelsomina e il matto” da “La Strada”.
Un po’ di gente si è fermata, ha applaudito.

Sono molto stanca, ma contenta. Questa è l’ultima sera, ieri è andata molto bene.

Stasera però sarà più dura, hanno montato un palco dov’eravamo ieri e ci
siamo un po’ ristretti in un angoletto… inoltre hanno cominciato da
poco a suonare, non a volume eccessivo, ma senza microfoni è durissima riuscire a farsi sentire.

C’è un ragazzo sulla trentina o poco meno, che ci osserva. Ha letto i cartelli, e ogni tanto si avvicina, sembra voglia parlarci.

E’ un momento un po’ di morta, ci stiamo organizzando per la serata. La seconda sera nello stesso posto sarà più dura, perchè se ci sono gli stessi di ieri e abbiamo già sparato le cartucce migliori, c’è paura che non funzioni più. E poi stasera tocca a Shock fare il pupazzo, anzi il “Pupazzone”, viste le dimensioni. Abbiamo fissato alcuni pezzi di un’improvvisazione sulla musica de “L’apprendista Stregone”. Lo schema è simile a quello di ieri sera ma i ruoli sono invertiti, stasera sono io ad avere gli occhi aperti e questo mi mette molto più in difficoltà.

Con gli occhi aperti la ragione è molto più all’erta e con la ragione, il giudizio.

Con gli occhi aperti vedi la gente in faccia, lì a due passi, e non puoi rifugiarti nel tuo mondo, se sei stanco, stare un po’ in trance.

Con gli occhi aperti quando incontri uno sguardo lo devi acchiappare, UFFA, DOV’E’ FINITA LA QUARTA PARETE???

Mentre ci riprendiamo un attimo dalla “Strada” non è chiaro cosa facciano le altre, Aurora non ha ancora cominciato a truccare, qualcuno sta parlando con qualche passante, insomma c’è un po’ di empasse.

In quell’attimo mi avvicino al ragazzo che ora ha l’aria interrogativa, e infattti lui mi chiede: ma cosa state facendo? Glielo spiego, e lui mi dice “ah, meno male, adesso fate qualcosa, qualsiasi cosa, perchè sono già 20 minuti che sto qui e non ho ancora visto niente però il cappello per le offerte è lì per terra e se state solo qui a chiedere l’elemosina dicendo che volete provare a vedere come ci si sente mi pare proprio una stronzata.”

Vorrei scomparire. Se questo è quello che ha visto, ha assolutamente ragione. “No,no, guarda, se fosse davvero questo che stiamo facendo, sarebbe davvero una stronzata!” Non è così, adesso facciamo la cosa del pupazzone.

All’improvviso tutto dinventa difficilissimo. Provo a concentrarmi sul “pupazzone”, ma la musica di quelli che stanno suonando sovrasta quasi completamente la nostra, così sento anche pochissimo e perdo i riferimenti. Comincio ad ascoltarmi, e quindi a giudicarmi. “Sta andando male”… con la coda dell’occhio vedo il ragazzo che si allontana, “E già, ha fatto bene, facciamo proprio pena”. Finisce, abbraccio finale.

Qualcuno applaude, io mi siedo come se scendessi dal palco, ma la strada è il palco, non puoi scendere!

“Dai, dai, rilassati! – mi dice Shock – sei molto tesa stasera”. Ha ragione, vorrei semplicemente sparire, essere da un’altra parte, “facciamo qualche lettura? Lui comincia a leggere a nessuno.
Mi allontano, mi viene quasi da piangere. E’ scomparsa tutta la determinazione.

E’ bastata quell’osservazione, la stanchezza della sera, l’insicurezza di “pezzi” non provati abbastanza, non consolidati.

“Vado via un attimo”, dico. Ci siamo accordati che se qualcuno ha un attimo di defaillance è meglio che si allontani, altrimenti tira giù tutti gli altri.

Vado a guardare Sirolo che si stende più in basso, le lucine da presepe.
E’ tutto molto bello, ma io sento solo la vergogna. “Respira, adesso ti passa”, mi dico.

Shock continua a leggere la fiaba, Aurora non sta truccando nessuno, Francesca non la vedo, forse si è allontanata anche lei.

Aspetta, forse qualcuno si è fermato. Un altro ragazzo sta parlando con Shock “Grazie, grazie! Anch’io ho quel libro di Rodari, è bellissimo quello che fate, grazie! Continuate…

Ecco. Tutto si è di nuovo trasformato. Tutto è di nuovo possibile. Racconto brevemente del mio momento di crisi. “Non bisogna mai perdere la dignità”, mi dice Shock con la sua voce da saggio – “e il rispetto verso ciò che stai facendo”. Cavoli, com’è vero! … e basta veramente un attimo, per perderla, come per ritrovarla…  PAOLA

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